Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso (Stampa di Giuseppe Vasi)
Pietro da Cortona disegnò la cupola, la quinta di Roma per ampiezza
La caduta degli Angeli ribelli, da un affresco di Giacinto Brandi
Il nuovo sito del Collegio Ecclesiastico Internazionale San carlo
La cupola innevata dalla nevicata di Roma del 2012
L'organo a canne della ditta Tamburini, Opus 119, è stato costruito nel 1928
Arciconfraternita
La caduta degli Angeli ribelli, da un affresco di Giacinto Brandi
L
o scontro in cielo tra gli angeli fedeli a Dio e gli angeli ribelli – parafrasi dello scontro tra il bene e il male e metafora del giudizio finale - è un tema che ha colpito gli artisti. Il gruppo degli angeli ribelli è quello composto dai seguaci di Lucifero, l’angelo che si ribellò al progetto divino di creare l'uomo e volle egli stesso sfidare Dio paragonandosi a lui. Secondo le fonti letterarie post-bibliche, le schiere angeliche si divisero in due: quelle degli angeli buoni, capeggiati dall'arcangelo Michele, e quella degli angeli cattivi, a capo dei quali era appunto Lucifero. La lotta fra le due fazioni è vinta da Michele, il quale fa precipitare gli angeli ribelli dal cielo nell'inferno. Gli artisti hanno perciò raffigurato gli angeli ribelli mentre precipitano dal cielo assumendo forme mostruose o demoniache, con la coda e gli artigli. Troviamo quest’immagine nella volta della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo, più nota ai romani come San Carlo al Corso, costruita in occasione della canonizzazione di San Carlo Borromeo. Giacinto Brandi ha dipinto nel 1679 una scena molto animata: in un cielo luminoso siede Dio padre, riverito dai cori degli angeli rimasti fedeli. L’arcangelo Michele sovrasta la rovinosa caduta degli angeli ribelli verso il nerissimo inferno.